Pelo scuro, irsuto e carattere selavatico. Il maiale nero ha mantenuto le sue caratteristiche inalterate nel tempo. L’antica razza autoctona del suino nero di Calabria rischiava l’estinzione perché meno redditizia dal punto di vista commerciale. L’impervio territorio calabrese aveva infatti impedito nel tempo che ci fosse una mescolanza con altre razze suine contribuendo a mantenere inalterato il patrimonio genetico. I maiali neri si adattano facilmente a qualsiasi terreno ma essendo abituati a muoversi hanno un accrescimento più lento che però garantisce la qualità della carne e la minore percentuale di grasso. L’allevamento è situato a mille metri, in una zona con pochissima presenza umana e dove acqua e aria sono incontaminate. I maiali neri, grazie alla loro natura più rustica rispetto a quelli tradizionali, non vivono in stalla ma allo stato semibrado (nel senso che grufolano liberi all’interno di un ampio recinto, necessario per ragioni operative e sanitarie) entro cui sono liberi di rotolarsi nel fango e mangiare ghiande, castagne e mele cadute dagli alberi. La loro alimentazione è completata con le patate fuori calibro prodotte sempre in azienda a cui si aggiunge un pastone fatto con siero di latte e sfarinato di triticale (niente di chimico, è solo un cereale!). A poca distanza dall’allevamento è presente un antico castagneto da frutto, mentre gli alberi all’interno del recinto garantiscono la frescura agli animali durante i caldi mesi estivi. La carne del suino nero è più magra e indicata per la produzione di salumi di qualità.